11 marzo 2016 – Giardino dei Giusti  “IL SEME DELLA SOLIDARIETA’

SINDACO DEL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI:
Buongiorno e benvenuti alla celebrazione della “Giornata dei Giusti”. Su proposta dell’associazione Gariwo di Milano, sottoscritta da numerosi cittadini ed esponenti del mondo della cultura, dell’arte e della politica ,in Italia e all’estero,il 6 marzo è stata istituita la Giornata europea dei Giusti, con Dichiarazione Scritta n. 3/2012 del Parlamento Europeo. La data del 6 marzo è stata scelta perché coincide con la scomparsa di Moshe Bejski, il grande artefice del Viale dei Giusti di Yad Vashem a Gerusalemme.
Dopo la Seconda guerra mondiale, il termine Giusti tra le nazioni  è stato utilizzato per indicare i non-Ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare anche un solo Ebreo dal genocidio.
Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d’onore ed il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso lo Yad Vashem, l’Istituto per la memoria della Shoah, di Gerusalemme. Ad ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara.
Tra coloro che si sono distinti per lo straordinario coraggio dimostrato nella difesa dei valori umani abbiamo anche degli Offidani che, pur consapevoli del pericolo cui si esponevano, salvarono la vita a Ebrei italiani e stranieri.
E noi siamo qui oggi per ricordare le famiglie offidane Talamonti Adelino e Talamonti Camillo, insignite del titolo di Giusti tra le nazioni dall’Istituto per la memoria di Gerusalemme e le famiglie Piersimoni Antonio e Ciabattoni Umberto, tutte onorate con medaglia e attestazione da parte dell’Amministrazione Comunale di Offida, che così recita:”Per l’altruismo e la generosità mostrati, nell’aver salvato vite umane e per essersi opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l’umanità”
 
Abbiamo scelto il titolo”Il seme della solidarietà”per commemorare questa giornata, perché il seme genera nuova vita e la solidarietà delle famiglie offidane ha contribuito alla salvezza della famiglia ebrea di Beneamino Ventura, nel triste periodo della guerra e delle persecuzioni razziali, ma anche perché questo seme ha fatto nascere un’amicizia vera, autentica, tra le famiglie coinvolte, che va oltre il tempo e lo spazio e di generazione in generazione è viva ancora oggi.” La famiglia Ventura è rimasta ad Offida fino al 1948, poi è tornata in Israele;dopo circa 20 anni, nel 1968, Marco, il figlio di Beneamino,avendo bisogno di contattare la Piaggio per avere dei pezzi di ricambio per la sua officina, ritornò in Italia per motivi di lavoro e fece in modo di fare un salto nella sua “amata” e mai dimenticata Offida dove aveva trascorso la sua fanciullezza e dove incontrò le famiglie che lo avevano aiutato. “Sono ebreo, ma il mio cuore è offidano. Nelle mie vene scorre sangue offidano” era solito dire.
Dopo questa brevissima visita iniziò una fitta corrispondenza. Nelle lettere raccontava le numerose difficoltà che aveva dovuto affrontare quando tutta la famiglia Ventura si trasferì in Israele. Inaspettatamente negli anni 70 arrivò la guerra del Kippur. Marco, nonostante l’età avanzata, dovette lasciare tutto il benessere conquistato  faticosamente e partire immediatamente per il fronte. Un uomo di pace come lui, si trovò invischiato in una guerra che per fortuna durò pochi giorni, sufficienti però a farlo ammalare seriamente. Fides Talamonti, preoccupato per la sua salute, lo invitò insieme alla moglie, a trascorrere la convalescenza in Offida. Accettò anche di fare delle vacanze in montagna con l’organizzazione di Don Luciano. Poi a causa dell’età, dei problemi familiari e di salute non è più ritornato in Offida, ma ha continuato a scrivere e a telefonare fino alla morte avvenuta nel 2004. La sua morte è stata comunicata da suo figlio Benny che è venuto in Italia ed è stato accompagnato al cimitero per vedere il luogo dove suo nonno era stato nascosto durante la ritirata dei Tedeschi.
 
La storia di queste famiglie ci ha insegnato che l’amicizia può vincere la paura e può esistere anche se si hanno culture e religioni differenti o se si è lontani”. Le preziose testimonianze delle famiglie offidane ci hanno permesso di conoscere fatti significativi della storia del nostro paese, ma soprattutto  di riflettere su valori umani fondamentali quali la solidarietà, la tolleranza,il reciproco rispetto, il riconoscimento della diversità come ricchezza, valori da preservare e da trasmettere , oggi più che mai, nella società in cui viviamo, dove le culture dei vari popoli si intrecciano continuamente, a partire dalla scuola e via via nei vari contesti.
Il legame di amicizia tra le famiglie ha coinvolto anche noi studenti, nella giornata di inaugurazione del giardino dei giusti di Offida ,6 giugno 2015, abbiamo infatti avuto modo di conoscere il nipote di Beneamino Ventura, che si chiama come il nonno, e che è volato da Israele per essere presente alla cerimonia. Il Sig.r Beneamino,ci ha voluto ringraziare, per il lavoro svolto, inviandoci delle stampe su tela, da lui realizzate.
Questa la lettera che accompagnava i doni:
Cari alunni e insegnanti di Offida,
vorrei esprimere la mia profonda riconoscenza per il lavoro di ricerca e la cerimonia da Voi fatta.
Come segno di ringraziamento per l’emozionante e commovente atto da voi compiuto, vorrei inviarvi un piccolo dono dei miei lavori artistici.
Le immagini sono un insieme di fotografie e disegni rappresentanti la mia città Tel Aviv.
Grazie di cuore
Benny Ventura.
 
Vogliamo adesso leggere una nuova testimonianza, appartiene alla sig.ra Gabriella Botto Paolucci, che ci ha contattato per mail pochi giorni fa; dopo aver letto sul sito della scuola il lavoro svolto sulla famiglia ebrea Ventura, ci ha raccontato che ha conosciuto bene Ester, la figlia di Beneamino Ventura e altri suoi ricordi che ci testimoniano la grande solidarietà degli Offidani nel triste periodo della guerra.
Queste le sue parole:
Mi fa piacere, addirittura mi commuove, ricevere una mail da Offida e sono onorata del fatto che i ragazzi della scuola leggano la mia testimonianza, è un po’ come tornare a Offida di persona  Ci ho vissuto, assieme ai miei nonni francesi internati, da agosto 42 a fine 44 e – mi vergogno a dirlo visto che c’era la guerra – sono stati tra i più begli anni della mia vita.  Mio nonno faceva fotografie alle feste, una zia ricamava per la gente e l’altra dava lezioni di piano, tutti ci volevano bene e arrivava in casa ogni ben di dio: torte al formaggio, salsicce di fegato, funghetti dolci, piatti di maccarù, dopo la fame di Milano non so se rendo l’idea. Un signore anziano di cui non ricordo il nome che abitava in centro in un palazzo, era proprietario di un allevamento di bachi da seta.  Ero entusiasta dei bozzoli che ci regalava.  Aveva un pianoforte e mia zia Eliana fresca diplomata del conservatorio andava ad esercitarsi da lui. E lui ci prestava da leggere tanti tanti libri della sua biblioteca, a me piacevano soprattutto quelli di Salgari.  Ma poi sono arrivati i Tedeschi e la paura. Adesso che ho 83 anni come è normale passo in rassegna i ricordi della vita e tra questi c’è quello tenero di una bambina con cui giocavo e un giorno è sparita.  Si chiamava appunto Ester.  Eravamo vicine di casa: abitavamo in una casa ad un piano che si trovava lungo la strada che da Offida portava ai Cappuccini, proprio davanti alla biforcazione per il cimitero. Mi pare di ricordare il nome della nostra padrona di casa dei Cappuccini: Germana, mentre suo figlio che aveva 17 anni si chiamava Diego, me lo ricordo benissimo perché faceva la corte a mia zia Eliana.  Magari è ancora vivo. La porta di Ester era sul davanti, la nostra era sul retro dove si trovava l’orto che era il regno di mia nonna. Tra questa casa e la successiva c’era uno slargo che finiva in un sentiero in discesa che attraversava un campo di grano bordato da meravigliosi e mai più visti tulipani rossi. Andando avanti verso i Cappuccini dopo una curva c’era la scuola che ho frequentato mi pare per due anni e dove andavo anche a ricamare.  Le suore erano un po’ cattivelle perché ricordo che punivano con bacchettate sulle mani o sulle gambe, ma a me non ne sono mai toccate.  Dietro la scuola c’erano tanti gelsi dalle more bianche e dolcissime.  Ma veniamo ad Ester.  Ho letto sul sito le testimonianze che avete raccolto nel giorno delle memoria e ho tirato un sospiro di sollievo quando ho letto che la famiglia Ventura si è salvata, infatti i miei ricordi facevano temere una fine tragica.  Ad un certo punto del nostro soggiorno, probabilmente coincidente con l’arrivo dei Tedeschi, Ester non veniva più a giocare.  La famiglia si era barricata in casa chiudendo porta e finestre. Le mie zie mi avevano spiegato che erano Ebrei e che i tedeschi li perseguitavano. Per il compleanno di Ester, con i ragazzini del quartiere, raccogliemmo gli ingredienti per fare una torta e li portammo ai reclusi. Mi fece impressione la gratitudine della mamma.Dopo qualche tempo la famigliola sparì e le voci del quartiere riferivano che erano stati portati via dai Tedeschi su una camionetta.  Ora, dopo aver letto sul sito le testimonianze, ho concluso che la famigliola fu messa in salvo dagli Offidani e nascosta e che le voci erano state messe in giro ad arte per depistare. 
Faremo avere alla sig.ra Paolucci i recapiti per poter contattare Ester, ne sarà sicuramente felice.
 
Questa cerimonia vuole essere anche l’occasione per passare il testimone di questa staffetta di solidarietà in difesa della dignità umana, in ogni luogo e in ogni tempo, agli alunni delle classi quinte di Offida e Castorano e ai rappresentanti del nuovo Consiglio Comunale dei Ragazzi,che invitiamo ad avvicinarsi.
Doniamo ai rappresentanti delle tre classi quinte il gioco”I sentieri dei Giusti”, che ci è stato inviato dall’associazione Gariwo di Milano, che ha inserito il Giardino dei Giusti di Offida nella rete nazionale dei Giardini dei Giusti. Potete visitarlo nel sito www.gariwo.net.Gli alunni della  classe quinta di Castorano potranno trovare degli spunti interessanti per un’eventuale ricerca nel loro paese su questo argomento.
 
Invitiamo ora le autorità:il sindaco di Castorano dottor Daniel Ficcadenti, il vice sindaco di Offida dottoressa Isabella Bosano e il nostro dirigente Dottor Daniele Marini ad intervenire.
 
Vogliamo ringraziare,le famiglie che ci hanno gentilmente dato le loro testimonianze, grazie alla loro disponibilità abbiamo potuto raccogliere tante informazioni. Ringraziamo inoltre tutti quelli che hanno collaborato con noi, l’amministrazione comunale, il tecnico Mauro Filippoli, il presidente di Energie, Enio Marchei, il fotografo Giuseppe Laudadio, le autorità intervenute e il pubblico presente.
 
Augurandoci che le esperienze raccontate possano diventare patrimonio di tutta la cittadinanza e motivo d’orgoglio per il nostro paese,ci rechiamo nel “ Giardino dei Giusti di Offida” dove è stato piantumato un ulivo per ricordare i giusti della nostra cittadina, in modo che restino nella memoria di tutti gli Offidani ma anche dei numerosi turisti che ogni anno visitano la nostra bellissima cittadina.
 
Nel giardino
 
Annaffiamo simbolicamente l’ulivo piantumato il 6 giugno 2015 in questo nostro Giardino dei Giusti:esso rappresenta la vita che nasce e si accresce, così come la solidarietà delle famiglie offidane è stata il seme da cui è nata e cresciuta un’amicizia vera, autentica.
 
Vogliamo concludere questa cerimonia con la lettura della mail che ci ha fatto pervenire il signor Beneamino Ventura da Israele, dopo aver ricevuto il nostro invito per la cerimonia:
Dear teachers,
Thank you for sending me this invitation .
Unfortunately I can not be in this exciting event  this time.
Please send my warm greetings to the young students from me,
It would be nice if you could send me  some pictures from ceremony and exhibition..
Best regards
Benny
Cari insegnanti,
grazie per avermi mandato questo invito.
Sfortunatamente non posso essere presente a questo emozionante evento stavolta.
Vi prego fate i più calorosi saluti ai giovani studenti da parte mia.
Sarebbe bello se poteste mandarmi alcune foto della cerimonia e della mostra.
 
Ringraziamo tutti per la partecipazione.SINDACO DEL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI:
Buongiorno e benvenuti alla celebrazione della “Giornata dei Giusti”. Su proposta dell’associazione Gariwo di Milano, sottoscritta da numerosi cittadini ed esponenti del mondo della cultura, dell’arte e della politica ,in Italia e all’estero,il 6 marzo è stata istituita la Giornata europea dei Giusti, con Dichiarazione Scritta n. 3/2012 del Parlamento Europeo. La data del 6 marzo è stata scelta perché coincide con la scomparsa di Moshe Bejski, il grande artefice del Viale dei Giusti di Yad Vashem a Gerusalemme.
Dopo la Seconda guerra mondiale, il termine Giusti tra le nazioni  è stato utilizzato per indicare i non-Ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare anche un solo Ebreo dal genocidio.
Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d’onore ed il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso lo Yad Vashem, l’Istituto per la memoria della Shoah, di Gerusalemme. Ad ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara.
Tra coloro che si sono distinti per lo straordinario coraggio dimostrato nella difesa dei valori umani abbiamo anche degli Offidani che, pur consapevoli del pericolo cui si esponevano, salvarono la vita a Ebrei italiani e stranieri.
E noi siamo qui oggi per ricordare le famiglie offidane Talamonti Adelino e Talamonti Camillo, insignite del titolo di Giusti tra le nazioni dall’Istituto per la memoria di Gerusalemme e le famiglie Piersimoni Antonio e Ciabattoni Umberto, tutte onorate con medaglia e attestazione da parte dell’Amministrazione Comunale di Offida, che così recita:”Per l’altruismo e la generosità mostrati, nell’aver salvato vite umane e per essersi opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l’umanità”
 
Abbiamo scelto il titolo”Il seme della solidarietà”per commemorare questa giornata, perché il seme genera nuova vita e la solidarietà delle famiglie offidane ha contribuito alla salvezza della famiglia ebrea di Beneamino Ventura, nel triste periodo della guerra e delle persecuzioni razziali, ma anche perché questo seme ha fatto nascere un’amicizia vera, autentica, tra le famiglie coinvolte, che va oltre il tempo e lo spazio e di generazione in generazione è viva ancora oggi.” La famiglia Ventura è rimasta ad Offida fino al 1948, poi è tornata in Israele;dopo circa 20 anni, nel 1968, Marco, il figlio di Beneamino,avendo bisogno di contattare la Piaggio per avere dei pezzi di ricambio per la sua officina, ritornò in Italia per motivi di lavoro e fece in modo di fare un salto nella sua “amata” e mai dimenticata Offida dove aveva trascorso la sua fanciullezza e dove incontrò le famiglie che lo avevano aiutato. “Sono ebreo, ma il mio cuore è offidano. Nelle mie vene scorre sangue offidano” era solito dire.
Dopo questa brevissima visita iniziò una fitta corrispondenza. Nelle lettere raccontava le numerose difficoltà che aveva dovuto affrontare quando tutta la famiglia Ventura si trasferì in Israele. Inaspettatamente negli anni 70 arrivò la guerra del Kippur. Marco, nonostante l’età avanzata, dovette lasciare tutto il benessere conquistato  faticosamente e partire immediatamente per il fronte. Un uomo di pace come lui, si trovò invischiato in una guerra che per fortuna durò pochi giorni, sufficienti però a farlo ammalare seriamente. Fides Talamonti, preoccupato per la sua salute, lo invitò insieme alla moglie, a trascorrere la convalescenza in Offida. Accettò anche di fare delle vacanze in montagna con l’organizzazione di Don Luciano. Poi a causa dell’età, dei problemi familiari e di salute non è più ritornato in Offida, ma ha continuato a scrivere e a telefonare fino alla morte avvenuta nel 2004. La sua morte è stata comunicata da suo figlio Benny che è venuto in Italia ed è stato accompagnato al cimitero per vedere il luogo dove suo nonno era stato nascosto durante la ritirata dei Tedeschi.
 
La storia di queste famiglie ci ha insegnato che l’amicizia può vincere la paura e può esistere anche se si hanno culture e religioni differenti o se si è lontani”. Le preziose testimonianze delle famiglie offidane ci hanno permesso di conoscere fatti significativi della storia del nostro paese, ma soprattutto  di riflettere su valori umani fondamentali quali la solidarietà, la tolleranza,il reciproco rispetto, il riconoscimento della diversità come ricchezza, valori da preservare e da trasmettere , oggi più che mai, nella società in cui viviamo, dove le culture dei vari popoli si intrecciano continuamente, a partire dalla scuola e via via nei vari contesti.
Il legame di amicizia tra le famiglie ha coinvolto anche noi studenti, nella giornata di inaugurazione del giardino dei giusti di Offida ,6 giugno 2015, abbiamo infatti avuto modo di conoscere il nipote di Beneamino Ventura, che si chiama come il nonno, e che è volato da Israele per essere presente alla cerimonia. Il Sig.r Beneamino,ci ha voluto ringraziare, per il lavoro svolto, inviandoci delle stampe su tela, da lui realizzate.
Questa la lettera che accompagnava i doni:
Cari alunni e insegnanti di Offida,
vorrei esprimere la mia profonda riconoscenza per il lavoro di ricerca e la cerimonia da Voi fatta.
Come segno di ringraziamento per l’emozionante e commovente atto da voi compiuto, vorrei inviarvi un piccolo dono dei miei lavori artistici.
Le immagini sono un insieme di fotografie e disegni rappresentanti la mia città Tel Aviv.
Grazie di cuore
Benny Ventura.
 
Vogliamo adesso leggere una nuova testimonianza, appartiene alla sig.ra Gabriella Botto Paolucci, che ci ha contattato per mail pochi giorni fa; dopo aver letto sul sito della scuola il lavoro svolto sulla famiglia ebrea Ventura, ci ha raccontato che ha conosciuto bene Ester, la figlia di Beneamino Ventura e altri suoi ricordi che ci testimoniano la grande solidarietà degli Offidani nel triste periodo della guerra.
Queste le sue parole:
Mi fa piacere, addirittura mi commuove, ricevere una mail da Offida e sono onorata del fatto che i ragazzi della scuola leggano la mia testimonianza, è un po’ come tornare a Offida di persona  Ci ho vissuto, assieme ai miei nonni francesi internati, da agosto 42 a fine 44 e – mi vergogno a dirlo visto che c’era la guerra – sono stati tra i più begli anni della mia vita.  Mio nonno faceva fotografie alle feste, una zia ricamava per la gente e l’altra dava lezioni di piano, tutti ci volevano bene e arrivava in casa ogni ben di dio: torte al formaggio, salsicce di fegato, funghetti dolci, piatti di maccarù, dopo la fame di Milano non so se rendo l’idea. Un signore anziano di cui non ricordo il nome che abitava in centro in un palazzo, era proprietario di un allevamento di bachi da seta.  Ero entusiasta dei bozzoli che ci regalava.  Aveva un pianoforte e mia zia Eliana fresca diplomata del conservatorio andava ad esercitarsi da lui. E lui ci prestava da leggere tanti tanti libri della sua biblioteca, a me piacevano soprattutto quelli di Salgari.  Ma poi sono arrivati i Tedeschi e la paura. Adesso che ho 83 anni come è normale passo in rassegna i ricordi della vita e tra questi c’è quello tenero di una bambina con cui giocavo e un giorno è sparita.  Si chiamava appunto Ester.  Eravamo vicine di casa: abitavamo in una casa ad un piano che si trovava lungo la strada che da Offida portava ai Cappuccini, proprio davanti alla biforcazione per il cimitero. Mi pare di ricordare il nome della nostra padrona di casa dei Cappuccini: Germana, mentre suo figlio che aveva 17 anni si chiamava Diego, me lo ricordo benissimo perché faceva la corte a mia zia Eliana.  Magari è ancora vivo. La porta di Ester era sul davanti, la nostra era sul retro dove si trovava l’orto che era il regno di mia nonna. Tra questa casa e la successiva c’era uno slargo che finiva in un sentiero in discesa che attraversava un campo di grano bordato da meravigliosi e mai più visti tulipani rossi. Andando avanti verso i Cappuccini dopo una curva c’era la scuola che ho frequentato mi pare per due anni e dove andavo anche a ricamare.  Le suore erano un po’ cattivelle perché ricordo che punivano con bacchettate sulle mani o sulle gambe, ma a me non ne sono mai toccate.  Dietro la scuola c’erano tanti gelsi dalle more bianche e dolcissime.  Ma veniamo ad Ester.  Ho letto sul sito le testimonianze che avete raccolto nel giorno delle memoria e ho tirato un sospiro di sollievo quando ho letto che la famiglia Ventura si è salvata, infatti i miei ricordi facevano temere una fine tragica.  Ad un certo punto del nostro soggiorno, probabilmente coincidente con l’arrivo dei Tedeschi, Ester non veniva più a giocare.  La famiglia si era barricata in casa chiudendo porta e finestre. Le mie zie mi avevano spiegato che erano Ebrei e che i tedeschi li perseguitavano. Per il compleanno di Ester, con i ragazzini del quartiere, raccogliemmo gli ingredienti per fare una torta e li portammo ai reclusi. Mi fece impressione la gratitudine della mamma.Dopo qualche tempo la famigliola sparì e le voci del quartiere riferivano che erano stati portati via dai Tedeschi su una camionetta.  Ora, dopo aver letto sul sito le testimonianze, ho concluso che la famigliola fu messa in salvo dagli Offidani e nascosta e che le voci erano state messe in giro ad arte per depistare. 
Faremo avere alla sig.ra Paolucci i recapiti per poter contattare Ester, ne sarà sicuramente felice.
 
Questa cerimonia vuole essere anche l’occasione per passare il testimone di questa staffetta di solidarietà in difesa della dignità umana, in ogni luogo e in ogni tempo, agli alunni delle classi quinte di Offida e Castorano e ai rappresentanti del nuovo Consiglio Comunale dei Ragazzi,che invitiamo ad avvicinarsi.
Doniamo ai rappresentanti delle tre classi quinte il gioco”I sentieri dei Giusti”, che ci è stato inviato dall’associazione Gariwo di Milano, che ha inserito il Giardino dei Giusti di Offida nella rete nazionale dei Giardini dei Giusti. Potete visitarlo nel sito www.gariwo.net.Gli alunni della  classe quinta di Castorano potranno trovare degli spunti interessanti per un’eventuale ricerca nel loro paese su questo argomento.
 
Invitiamo ora le autorità:il sindaco di Castorano dottor Daniel Ficcadenti, il vice sindaco di Offida dottoressa Isabella Bosano e il nostro dirigente Dottor Daniele Marini ad intervenire.
 
Vogliamo ringraziare,le famiglie che ci hanno gentilmente dato le loro testimonianze, grazie alla loro disponibilità abbiamo potuto raccogliere tante informazioni. Ringraziamo inoltre tutti quelli che hanno collaborato con noi, l’amministrazione comunale, il tecnico Mauro Filippoli, il presidente di Energie, Enio Marchei, il fotografo Giuseppe Laudadio, le autorità intervenute e il pubblico presente.
 
Augurandoci che le esperienze raccontate possano diventare patrimonio di tutta la cittadinanza e motivo d’orgoglio per il nostro paese,ci rechiamo nel “ Giardino dei Giusti di Offida” dove è stato piantumato un ulivo per ricordare i giusti della nostra cittadina, in modo che restino nella memoria di tutti gli Offidani ma anche dei numerosi turisti che ogni anno visitano la nostra bellissima cittadina.
 
Nel giardino
 
Annaffiamo simbolicamente l’ulivo piantumato il 6 giugno 2015 in questo nostro Giardino dei Giusti:esso rappresenta la vita che nasce e si accresce, così come la solidarietà delle famiglie offidane è stata il seme da cui è nata e cresciuta un’amicizia vera, autentica.
 
Vogliamo concludere questa cerimonia con la lettura della mail che ci ha fatto pervenire il signor Beneamino Ventura da Israele, dopo aver ricevuto il nostro invito per la cerimonia:
Dear teachers,
Thank you for sending me this invitation .
Unfortunately I can not be in this exciting event  this time.
Please send my warm greetings to the young students from me,
It would be nice if you could send me  some pictures from ceremony and exhibition..
Best regards
Benny
Cari insegnanti,
grazie per avermi mandato questo invito.
Sfortunatamente non posso essere presente a questo emozionante evento stavolta.
Vi prego fate i più calorosi saluti ai giovani studenti da parte mia.
Sarebbe bello se poteste mandarmi alcune foto della cerimonia e della mostra.
 
Ringraziamo tutti per la partecipazione.

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