L’INCLUSIONE NON E’ UNA…BURLA – classe 3^A (Scuola Primaria Offida)

La maschera di Arlecchino è sicuramente la più conosciuta da tutti. Secondo la tradizione nasce in un quartiere povero di Bergamo, ha un carattere vivace e ne combina di tutti i colori, proprio come il suo vestito!

 

Leggete un po’ qui…

 

IL PRANZO DI ARLECCHINO

Arlecchino: -Caro Brighella, senti un po’ qua!

Brighella: -Dimmi: che novità?

A: -Oggi è domenica di Carnevale, ti offro un pranzetto senza l’uguale!

B: -Grazie, l’accetto. Ma chi cucina?

A: -Dietro ai fornelli c’è Colombina!

B: -Bene! Benissimo! Che mangeremo?

A: -Ecco: antipasto di latte e fieno; poi la minestra di pere cotte; arrosto d’uova di mezzanotte; peli di gatto con salsa molle; e,infine, torta d’uva e cipolle!

B: -Ah, sì?.. . no, non posso. .. non posso… grazie lo stesso!

A: -Come non vieni? Me l’hai promesso! Guarda, mi offendo. Ti picchierò.

B: -Calmati! Vengo. Ma porterò io stesso i viveri per tutti e tre!

A: -Volevo questo, sciocco, da te!

ARLECCHINO MENDICANTE

Arlecchino: – Fate la carità a un povero muto.

Cinzio :- Muto tu?

A : – Signorsì.

C : – Muto e mi rispondi?

A : – Se non vi rispondessi, sarei un maleducato, e io

ho ricevuto una buona educazione. (Poi avvedutosi dell’errore) Nossignore: ho sbagliato. Sono sordo; tanto sordo da non sentir nemmeno le cannonate.

C :- Sordo, e mi rispondi?

A :- Che volete, mio buon signore? La fame mi ha fatto

uscire di senno. Volevo dire che sono cieco. Purtroppo un colpo di cannone mi ha portato via tutti e due gli occhi. (Cinzio finge di volergli ficcare un dito in un occhio e Arlecchino si scansa

e si ripara con una mano)

C : – Tu sei quello che non ci vede?

A : – Ci vedo soltanto quando mi si vuol far male. Ah! scusatemi. Volevo dire che alla guerra ho perduto tutte e due le braccia.

C : – Ah! Sì? (e finge di dargli una moneta. Arlecchino muove subito una mano per prenderla.) Sai che cosa sei? Un grande imbroglione.

A : – Avete ragione: un grande imbroglione. Ma, intanto, fate la carità a un povero soldato reduce dal carcere.

C : – Nemmeno un soldo!

 

 

E chi non conosce il Bove finto, tradizione del carnevale storico offidano?

Beh, abbiamo immaginato un loro incontro e la nostra fantasia si è scatenata…

Prima abbiamo inventato la storia poi l’abbiamo animata, utilizzando il bove finto realizzato con il cartone dal nostro compagno Lorenzo D’Angelo.

ARLECCHINO E IL BOVE FINTO SI INCONTRANO…

Arlecchino viene a sapere che il Carnevale ad Offida è molto festeggiato e decide di visitare la cittadina il venerdì di carnevale.
Arrivato col pullman fuori porta si trova in mezzo ad una grande confusione:tantissime persone vestite di bianco e di rosso fischiano, urlano e corrono.

-Ma che staranno facendo? si chiede Arlecchino.

 Ad un tratto scorge un grande toro, non si accorge che è finto, perché è circondato da tantissima gente e pensa:

– Sono tutti pazzi a correre il rischio di essere incornati!
All’improvviso cessano le urla, la folla si allarga e Arlecchino vede il bove appoggiato, si accorge che è finto, allora si avvicina e il bove stanco morto gli dice:

-Ma che costumi porti?Non sai come ci si veste il giorno del bove finto?

-Ma io sono di Bergamo, non mi riconosci?Sono Arlecchino, questo vestito di tanti colori è il mio costume.

-Benvenuto ad Offida, io  sono il bove finto e sono Offidano. Sono stanco morto, corro da un bel po’ e questi matti mi rincorrono!!!

-Ma perché ti corrono dietro?

-Questa è la caccia al bove, una tradizione del carnevale offidano da tantissimi anni. Sai che tanto tempo fa, ero vero?Adesso di vero ho solo le corna. Tocca la mia coda che porta fortuna!

-Certo che te la tocco, ho proprio bisogno di un po’ di fortuna.

Ma Arlecchino, che è un gran burlone, invece di toccare la coda al bove, gli salta in groppa!

-Ehi! Ma che fai? Se vuoi portarmi devi andare sotto e non sopra!

Come andrà a finire questo dialogo…

Vi lasciamo ad immaginarlo…

 

BUON CARNEVALE classe 3^A Offida